Sul far della sera le città come Milano si rianimano. Le strade si popolano di pedoni stanchi che cercano di ricordare dove hanno parcheggiato, dopo aver concluso, almeno per quel giorno, i propri doveri contrattuali. Si affrettano distratti e altrettanto distratti si mettono al volante, appoggiano una mano sull clacson, e non la toglieranno da lì finchè, conclusa la quotidiana odissea tangenziale, non saranno arrivati a casa. Questo per i più fortunati. Altri meno fortunati si ritroveranno invischiati in questa bolgia recitando a memoria stralci della Divina Commedia imparati per caso dalla voce di Benigni, una sera in cui non si trovava il telecomando della tv. Non fatevi ingannare, non si tratta un motto di orgoglio patrio per l'altissima cultura italiana: è soltanto un modo più originale di bestemmiare. E' l'ora di punta. Per chi è poco avvezzo alle vicissitudini di un capoluogo con popolazione di circa 1 000 000 di anime, l'ora di punta va spiegata: L'ora di punta è quel momento del giorno in cui il traffico cittadino impazzisce.
-Aumenta, vorrai dire..
-Impazzisce. Il traffico in città è costante. A tutte le ore.
-Ma dai! Mica mi vorrai dire che anche di notte ci sono tutte queste macchine..
-Certo che ci sono! La differenza è la velocità a cui si muovono. Di notte, sono ferme. Di giorno, si muovono. All'ora di punta sono ferme di nuovo. Ma più in fretta.
-...a volte penso che non sono i clienti ad essere matti, ma voi..
-..Lui lo è di sicuro.. - interviene in mia difesa il mio collega - ..ma anche i clienti lo sono..
-Come siete tragici, voi due! Guardate, mi fermerei qui cinque minuti per vedere i clienti che entrano, giusto per dimostrarvi quanto siate esagerati!
La porta si apre. Un cliente entra nella hall, ci saluta distratto e si appoggia al bancone. E' un arrivo. Espletiamo le consuete procedure di check-in, e intanto che ne registriamo i dati, si volta sornione verso la strada dove gli automobilisti suonano impazziti il clacson ormai da un paio di minuti.
-Certo che il traffico oggi è tremendo..
-Ha ragione. Ma lei è arrivato con l'auto? Ha avuto problemi a raggiungerci?
-Beh, ci ho messo tanto ad attraversare la città, ma con un po' di pazienza ce la si fa, no?-Ha proprio ragione..
Sorridiamo. E' raro vedere una persona che mostri un atteggiamento così "zen" dopo aver attraversato la città in macchina. D'improvviso il sorriso svanisce dalle labbra del mio collega. Si volta verso il cliente e chiede, con l'aria di chi conosce già la risposta.
-Mi scusi. Ma lei dove ha parcheggiato?
-..Qui davanti..Ah, a proposito, dimenticavo di chiedervi: se la lascio lì non dà problemi, vero?
Un tipico esempio di traffico all'ora di punta. Immagine tratta da: http://milano.corriere.it/ |
Esco dal bancone e mi dirigo verso l'uscita. Ecco la macchina. Parcheggiata, con le frecce lampeggianti, esattamente nel mezzo del contro viale. Esattamente davanti all'autobus di linea, il cui autista aspetta serenamente appeso al clacson che il geniale propietario dell'automobile faccia la sua apparizione. Imitato da circa una dozzina di macchine intrappolate nello stesso tratto di strada dal nostro automobilista zen. Rientro in hotel, prima di rischiare la mia incolumità.
-Credo che lasciarla parcheggiata in mezzo alla strada possa causare qualche problema..
-Dice? Allora vado a spostarla.
Ed esce.
La governante lo osserva incredula entrare in macchina, accettando con spirito molto zen la bordata di consigli su quali parti del suo corpo siano più adatte a parcheggiare un automobile di piccole dimensioni, che l'autista dell'autobus gli propina a voce incredibilmente alta. La porta si chiude, e fortunatamente non riusciamo ad afferrare il resto dei suoi suggerimenti.
-Dunque: siamo ancora esagerati?
Sconfitta nelle sue certezze, la governante se ne va, scuotendo la testa.
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