mercoledì 23 novembre 2011

Grand Slam

*clop!*
*clop!*
*tum-tum-tum...clop!*
*SMASH!*
"Ah! 15-30 per me!"
"..piantala di vantarti..non hai ancora vinto un break..dai che servo io: Hop!"
*clop!*

"COSA STATE FACENDO, VOI DUE??"

Ebbene si. Anche negli hotel capitano, a volte, i tempi morti. Il telefono resta muto, hai smaltito le prenotazioni da inserire, i fax a cui rispondere, hai già preparato i piani per il ristorante e persino per le colazioni del giorno dopo. Non c'è nessuno in casa. Io e il barman siamo soli, il direttore è al 6° piano a discutere di blahblahblah con la governante. Credo che si annoi anche lui. Che si fa? Già, che si fa..Accendi la tv, alzi persino il volume, tanto non c'è nessuno. E li guardi. Innanzitutto quell'inquadratura strana, che dà al tutto una prospettiva insolita, facendo sembrare la metà di campo del giocatore che serve sproporzionata rispetto all'altra. Poi il mutismo del pubblico, nel momento del servizio. *Hop!* *clop!**clop!**clop!*  dritto, rovescio, rovescio a due mani, palla corta, corsa sotto rete, diagonale, palla fuori, e solo allora: applausi. Durante il gioco è tale il silenzio che li senti pestare i piedi sulla polvere rossa, trattenere il fiato, sfogarlo al momento del colpo, ansimare dopo la corsa. Se fosse stata una partita femminile, ci saremmo limitati a commentare quanto somigli all'audio di un film erotico (ah, no..scusate: si dice porno, no?) a basso badget. Ma è un match maschile, Djokovic e Federer stanno sudando l'anima sul campo e preferiamo evitare commenti che, nella noia del momento, ci si potrebbero rivoltare contro! Ci limitiamo ad osservare la loro bravura, sperando che tanto basti a farci passare il pomeriggio. Ma il pomeriggio non passa, mi sembra di impazzire di noia. Ci guardiamo negli occhi.

"Certo che è bravo.."
"HA! Io sono più bravo!"
"Ma non dire cazzate.."
"Non mi credi? Te lo dimostro! Andiamo in un campo, e vedrai che ti straccio!"
"..andare in un campo? Ma lavoriamo in hotel, ricordi cosa significa? Orari sballati, e pochi soldi.."
"Allora te lo dimostro qui!"

Eh?

Mi fisso stupidamente le mani, e costato che sono vuote. Niente racchetta, niente pallina peluchosa verde fluorescente. Niente lindi calzoncini bianchi col logo del Tacchino. Niente polo immacolata, nè fascetta ferma-capelli che fa tanto Federer. Solo una triste divisa grigionera con tanto di cravatta annodata alla bell'e meglio a strozzare il nostro spirito di competizione. Alzo gli occhi e il mio collega e già in fondo alla Hall. La destra serrata sul nulla, mentre muove snodato il polso sinistro, come se facesse rimbalzare una pallina. Che non c'è.

"Sei pronto?"

Gli occhi si socchiudono. Un brivido di emozione sale lungo la schiena, e nelle orecchie, non ci posso fare niente, parte l'attaco di "Eye of the tiger".





"Io sono nato pronto"

*clop!*
*clop!*
*tum-tum-tum...clop!*
*SMASH!*
"Ah! 15-30 per me!"



"COSA STATE FACENDO, VOI DUE??"

Il direttore ci fissa come se fossimo due dementi. Lo siamo. Ci pensiamo per un istante, poi torniamo con gli occhi al campo. Alzo la pallina immaginaria, e la colpisco con la mia Wilson BLX SIX ONE 2011 altrettanto immaginaria. Penso di fare un bell'ace spingendo la palla verso il lungolinea destro, ma il mio collega ha intuìto e ribatte con un diagonale potente. Corro verso l'altro lato del campo, riesco a schivare il divanetto, il tavolino di vetro, lasciandomi dietro la sagoma allibita del direttore che realizza e quasi sospira:

"Ma voi state giocando.."
pant,pant.. "..si..a ...tennis..immaginario..."

Si porta la mano sul viso mentre si allontana mormorando qualcosa sugli effetti della lunga esposizione al sole. Non capisce. Questo è il gioco del futuro. Se fanno i concorsi di Air-guitar, non vedo perchè non fare tornei di tennis immaginario. Diventeremmo famosi, come questi tipi qui:

A ben pensarci, forse è meglio di no.





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