sabato 28 gennaio 2012

Eventi ampiamente programmabili: Oggi, terremoto.

Deve essere stato, se non ricordo male, intorno al 2000. Il ricordo traumatico del terremoto dell'Umbria, che aveva danneggiato Assisi e devastato la volta del Cimabue, era ancora ben presente. O almeno, avrebbe dovuto esserlo. Tant'è.

Sono le 23.45 circa, e d'improvviso, un rumore vago e sordo si diffonde nell'aria. Un lieve brivido sale nella schiena, e lo sguardo, forte della mia personale esperienza, si sposta inquieto alla ricerca di un qualche oggetto pendente, tanto per ricevere conferma. Eccolo. Le chiavi del cassetto ballonzano ritmicamente e no, non ho bevuto. E' davvero una scossa. Mi alzo dalla sedia e con tutta la calma di cui sono capace mi diriggo verso il quadro elettrico. La mia segreta speranza è che i clienti non si accorgano nemmeno della scossa, o che almeno non si facciano prendere dal panico e cerchino di scappare usando l'ascensore prima che io lo disattivi, ma è troppo tardi. In un edificio di 9 piani la mia è solo una vana speranza. Infatti ecco i primi che scendono, ovviamente dai piani più alti. Ovviamente dall'ascensore.

-"Che è successo??"

Per quanto la domanda suoni stupida, è comprensibile una certa quota di panico. Ne tengo conto.

-"E' una leggera scossa. Comunque, la cosa migliore è scendere dalle scale, l'ascensore è pericoloso in caso di terremoto."
-"..ma metta che le scale crollano?"

Soprassiedo all'inutilità dell'eventuale risposta (Se le scale crollano allora neanche l'ascensore avrà fatto una bella fine, no?..) e cerco di riportare la calma negli ospiti che hanno avuto la prontezza di scendere. Ci raduniamo nel punto di raccolta all'esterno dell'edificio e aspettiamo pazienti, chi più chi meno, che passino i minuti. E passano. E coi minuti che passano l'ansia lascia posto alla noia, e la noia spinge i miei prodi a porsi domande stupide, e darsi risposte idiote. Deve essere un meccanismo di difesa della psiche. Lo chiederò alla mia vecchia amica Anna Freud, la prossima che la vedo. Infatti ecco il primo dei migliori che arriva.

-"Allora?"
Uh?
-"Allora? Allora cosa?"
-"Allora.. è finita? Possiamo salire?"
-"Salire?"

Nella mia mente si affastellano motivazioni che potrebbero giustificare la sua domanda. Salire? Perchè vorrebbe salire di nuovo dopo che soltanto qualche minuto fa era sceso in preda alle più stupide manifestazioni di panico che io avessi visto in un maschio adulto negli ultimi tempi? Ha lasciato la pasta sul fuoco? Deve finire di registrare il suo telefilm preferito? Gli scappa la cacca? C'è la partita dell'Inter, e vuole sapere come va a finire? (Te lo dico io come va a finire: sono i primi anni 2000, quindi l'Inter gioca, segna, sta per vincere, sta per vincere, ma poi perde.Tipo la storia della resurrezione, ma al contrario..). Non lo so perchè questo omino in pigiama vuole tranquillamente salire di nuovo in camera, per di più usando..mi scusi, usando cosa?

-"..l'ascensore? Lei vuole salire usando l'ascensore?"
-"Certo! Mica vorrà che io salga quattro piani a piedi! Dunque possiamo salire? E' finita?"

E' finita? E come diavolo faccio Io a sapere se è finita! Nella mia agenda non era segnato: "Oggi, dalle 2345 alle 23.55: Terremoto". E' una scossa sismica, non è che mi informano prima di farne una, quelli laggiù! Lo fisso negli occhi, e poi mi guardo intorno. Almeno dieci persone attendono una risposta a tale domanda. Gli ultimi tre sono solo sorpresi dalla perspicacia del soggetto. Guardo per un momento le lancette del mio orologio, ma neanche loro sanno darmi una risposta. Non una intelligente, almeno.

-"Certo..è finita..potete salire.."

Con un sospiro di sollievo, e leggeri tanto nel cuore quanto nel cervello, una decina dei migliori che abbiamo salgono lieti nelle loro camere, usando l'ascensore. Ovviamente.



(Immagine tratta dal sito Italiah24.it)
Questo non sono io. Questo è Raffaele Bendandi, l'uomo che prevedeva i terremoti. Chiedete a lui, la prossima volta, se potete risalire in camera. Grazie.




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