venerdì 10 febbraio 2012

La voce del padrone

Mi risuonano nelle orecchie le note di "We shall overcome".  Mi ritornano in mente immagini in bianco e nero: Le mondine, gli schiavi nei campi di cotone. Chini con gli occhi alla terra, mentre il cielo enorme grava sulle loro spalle, novelli atlanti che reggono la volta celeste sul mondo. Mi tornano in mente le immagini del West, della costruzione della ferrovia per mano di operai cinesi sottopagati, sotto il sole cocente. Sferzati da padroni schiavisti crudeli, in cambio di una scodella di minestra. Lo dico al mio collega, e lui è d'accordo. Ma non possiamo combattere, siamo troppo piccoli, siamo troppo pochi. Abbiamo le mani gelate, i capelli bagnati, il cielo plumbeo che incombe sulle nostre teste, e allora cosa possiamo fare? E allora cantiamo, e cantando e lavorando ci sentiamo uniti: uniti tra di noi, e uniti a coloro che sono venuti prima di noi, e a tutti coloro che come noi soffrono la fatica, e il sudore. Inizio io, e il mio collega mi segue a ruota.

"..We shall overcome,
we shall overcome,
we shall overcome some day.

Oh, deep in my heart, I do believe
we shall overcome some day..."

-"Ma insomma: stiamo solo spalando la neve, mica vi faccio raccogliere il cotone..eppoi vi pago pure gli straordinari! Non mi sembra il caso di fare i melodrammatici!"
-"Non ascoltarlo: lui è la voce del padrone!"
-"Hai ragione. Continuiamo!"

E le nostre voci risuonano nel cortile dell'hotel insieme al rumore delle pale che affondano nella neve, mentre la gente che esce si ferma per un attimo ad ascoltare, senza capire.

"..Oh, deep in my heart, I do believe
we shall overcome some day.

We'll walk hand in hand
we'll walk hand in hand
we'll walk hand in hand some day.."


Il cane ascolta la voce del padrone. Ma almeno a lui non tocca spalare la neve!




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