martedì 21 febbraio 2012

Lo Zen, e l'arte del rientro dalle ferie..

-Sei in ritardo.
-No, non lo sono..
-Lo saresti stato, se fossi arrivato un minuto più tardi..
-..ma così non è stato, dunque non sono in ritardo.

E' difficile. Il rientro dalle ferie, dico. E' difficile. Giorni e giorni e notti e notti e mattine e mattine ed ecc,ecc. A pensare a niente, a chiedermi giusto dove diavolo sono finite le ciabatte, quale ristorante abbia la cucina migliore, se domani il tempo sarà bello ancora. Ma così: per il gusto di chiedermelo. E poi, ineluttabile come i cavalieri dell'apocalisse, il rientro dalle ferie. Qualcuno suggeriva che fosse uno sport estremo e, francamente, non me la sento di dargli torto. Uno si prepara con la consueta attenzione, ma niente. Ti perdi via a cercare cose che non ti servono, dimentichi a casa quelle che in realtà ti tornerebbero utili, sali in macchina e percorri l'autostrada ad andatura decisamente turistica. Risultato: il leggero margine di vantaggio accumulato anticipando la partenza è bello che andato a farsi friggere. Fosse solo quello.

-Hey! bentornato! Come mai in ritardo?
-IO non sono in RITARDO!
-Beh, ora no: ma prima si!

Il fatto è che pur avendo le mani sul volante non stai veramente guidando. La tua testa dondola ancora al ritmo delle onde, se si è stati al mare. Oppure rieccheggia ancora i rumori sordi del mondo che si sveglia mentre, tronfio di sonno, ti rigiri soddisfatto nel letto mentre ricordi a te stesso di aver lasciato la sveglia deliberatamente a casa. Gli occhi guardano a malapena la strada -attento al camion!- figurarsi l'orologio. Figurarsi la periferia di Milano che progressivamente diventa città. Imbocchi l'uscita grazie ad una qualche subroutine sopravvissuta del sistema cerebrale, ed entri finalmente nel traffico cittadino riuscendo ad evitare di investire il ghisa che dirige furioso il traffico in mezzo all'incrocio, causa un guasto al semaforo. Sei Zen. Perfettamente Zen. Nulla può distrarti dalla tua Zenità. Nemmeno l'asino alla guida di 200 cavalli che ti supera a destra. Nemmeno il pedone invincibile che attraversa il viale senza guardare. Attraversi la città in consapevolezza assoluta di te. Ti ascolti respirare: inspira-espira-inspira-espira. E non ha nessuna importanza se ti trovi in auto, in mezzo al traffico, in mezzo alla città..

-Sei in ritardo.
-Non sono in ritardo.
-Riformulo: sei arrivato in ritardo.
-..è gia più vicino al vero..
-Perchè sei arrivato in ritardo?

..non ha alcuna importanza, dicevo. Che cos'è il dove, che cos'è il quando, una volta che hai raggiunto la serenità, la calma, la consapevolezza di te stesso e con essa l'interscambio del tram 12? Che importanza avrà mai l'ora sull'orologio, se il suddetto interscambio significa

-E va bene: Ero perfettamente in orario, ma mi sono dimenticato dov'era l'hotel..
-...pardon?
-..Si. Mi sono dimenticato di dove lavoro. Sono passato davanti all'hotel e ho continuato a guidare, fino a quando mi sono perso..
-Tu stai male. Lo sai vero?
-Questo spiega perchè lavoro qui.

Bisognerebbe fare le ferie, per riprendersi dal rientro delle ferie.




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Ne approfitto per segnalarvi il padre putativo di questo blog, cioè CRONACHE DI UN LAVORO QUALUNQUE, che vi consiglio vivamente di visitare!

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