giovedì 22 novembre 2012

Calma piatta

No. Non sono morto. Potrebbe sembrarlo, dalla frequenza con cui aggiorno il blog. Potrei esserlo, dalla noia che a volte pervade questo lavoro. Ma non sono morto. Buon per me, certo. Spero siate d'accordo. Oh, e va bene: sto cercando di giustificarmi. Ma sapete, io ho una vita. Davvero. Visto il lavoro che faccio, è quasi sorprendente, e me ne sorprendo anch'io. Ma io ho una vita piena di avvenimenti, di impegni, di cose tristi e divertenti. Ma le racconto su un altro blog. (Ho due blog. Vi rendete conto? Non può essere vero. Uno che ha due blog, non può avere una vita).
Le cose che racconto su questo blog succedono più di rado. Sarà l'inverno, sarà il turno di notte, sarà che la gente sembra aver ritrovato la Trebisonda, ma ultimamente non accade molto, dall'altro lato del bancone. E a quanto pare, questo non è neanche semplice da far capire.

Sono le 03.23 di notte. La porta si apre, e il nostro protagonista entra in scena.

-"Buona seeera!"

Il tipo sembra voler essere divertente. Provo a mettermi sulla sua stessa frequenza d'onda, fin dove mi è possibile a quest'ora della notte.

-"..sera.."

Ho detto che ci avrei provato. Non che ci sarei riuscito.

-"Orsù: un po' di buonumore!"

Il buontempone. Il capello rado, tinto, la camicia aperta sul crocefisso d'oro e la dentiera abbagliante. Un olezzo di sudore, sigarette e alito cattivo maschera malamente il fatto che usi Malizia Profumo D'Intesa, nella convinzione di vivere ancora negli anni novanta. Costui era già vecchio negli anni novanta, poche storie. Ma insomma, non giudichiamolo dalle apparenze. Lasciamolo libero di esprimere il meglio di se stesso.

-"Posso aiutarla?.."
-"Beh, ecco.." mentre si appoggia col gomito sul bancone "..volevo una stanzina..per qualche ora..lei sa bene per cosa.."

E mi fa l'occhiolino, con sorriso complice. Io sollevo il sopracciglio sinistro, e butto un occhio professionale sulla macchina parcheggiata fuori dalla porta: una bionda sulla cinquantina dondola la testa avanti e indietro, mentre ridacchia semicosciente sul sedile del passeggero. Per un istante mi fermo ad immaginare di soddisfare la sua richiesta di una "stanzina" consegnandogli la chiave del ripostiglio delle scope, ma non credo che capirebbe l'ironia.

-"Nessun problema. Mi servono solo i documenti, e una firma.."
-"Eh..certo..lei qui dentro chissà quante ne vede..di belle, intendo.."
-"Lei non ne ha idea.."
-"Davvero?"

Lo fisso negli occhi, e con lo sguardo lo accompagno in giro per la hall: Le luci basse, la tv spenta, le poltrone vuote,  ordinate a gruppi di quattro davanti ai tavolini di vetro appena puliti. Dalla finestra si vede una macchina passare lenta sulla strada bagnata, mentre i fari illuminano brevemente il bar. Tre led rossi vibrano nel buio, nel punto dove si trova la macchina del caffè. Lì vicino, nella macchina del ghiaccio, un cubetto si stacca e si posa sugli altri già caduti, e tutti insieme si sciolgono lentamente,  mentre giacciono inutilizzati. Mormorano piano i motori dei frigoriferi. E il ronzio del pc fa da sottofondo a tutto quanto.

-"Ma è sempre così?" mi chiede serio.
-"A quest'ora, si."

Resta fermo ancora qualche istante, affascinato da un mondo che non conosceva.

-"Caspita"

Eh, si. E pensare che la notte è ancora giovane. Sigh



.

Le emozioni continuano..





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