sabato 30 novembre 2013

Il tesoro perduto

Inizio la notte con lo spirito costruttivo di sempre ( Sono solo le 23, non ce la farò mai!) , intanto che gli ospiti rientrano dalla cena, qualcuno fermandosi al bar, i più stanchi in direzione dell'ascensore, quasi senza salutare. Ad un certo punto, ne entra uno più allegro - o più sbronzo - degli altri.


-Eh si, caro il mio: chi trova un amico, trova un tesoro!

Ridacchia soddisfatto del proprio ottimismo. Io sorrido per ricambiarlo della pillola di saggezza, e gli auguro buonanotte. Ancora un paio di minuti, e rientra anche il suo compagno di stanza.

-Mi perdoni: non è che avete ritrovato un portafoglio, qui intorno? Temo di averlo perso.

Gli ho consegnato la chiave della stanza, e sopra ci ho disegnato la mappa del corridoio. Con una bella X alla fine del percorso. Perché le metafore non sono aria fritta.


(Mi scuso per la prolungatissima assenza. Non ho giustificazioni, e anche se le avessi le risparmierei per la prossima volta. Mettiamola così: ho di peggio da fare, che stare a scrivere su un blog. Ma devo farlo lo stesso. Quindi, ciccia: scriverò quando posso, quando ne avrò voglia, quando avrò qualcosa da raccontare. Quindi, molto probabilmente, scriverò di rado.)




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