-“E lei a che santo si vota?”
-“Mi scusi?”
-“A che santo si vota? Chi prega quando ha bisogno?”
-“Ehm…io, ecco…”
Potrei buttare un occhio al
calendario, e leggere il santo del giorno. Ma no, troppo semplice. Siamo
sinceri, invece, che è il modo più semplice di complicarsi una conversazione
che non ho mai voluto iniziare.
-“Io non
prego. Sa, non sono credente.”
Quello mi fissa perplesso, e per
un momento temo di averlo offeso.
-“ In che
senso?”
-“Nel senso
che non credo…”
-“Sarà mica
mussulmano, lei!”
La frase “Ma lei mi sta ascoltando, o la scimmia urlatrice che ha nel cervello
sta intonando l’Inno del Corpo Sciolto?” mi muore in gola, a un passo dall’essere
pronunciata. Per mia fortuna, la mia di scimmia urlatrice ha più senno di me, e
mi suggerisce una frase più diplomatica.
-“No, non sono
mussulmano. Sono un non credente. “
-“Tipo…ateo?”
-“Si, più o
meno.”
Leggo nel suo sguardo un misto di
pietà e schifo, che quasi mi fa sentire qualcosa più di un addetto alla
reception: quasi un essere umano, forse persino meritevole di affezione. Ma la
sensazione finisce presto.
-“Si, vabbeh:
ma mettiamo che lei abbia davvero bisogno…del tipo che sta andando a fuoco: lei
a chi si rivolge? Eh?”
Me lo dice con il tono in cui devono
essersi rivolti gli inquisitori a Giordano Bruno. Ma onestamente, io non me l’aspettavo
l’inquisizione spagnola: e più timoroso del martire le cui ceneri ancora
galleggiano nel Tevere, gli rispondo:
-“Ai pompieri?”
L'Inno del Corpo Sciolto - Roberto Benigni
Nessun commento:
Posta un commento